Il pignoramento del conto corrente è un qualcosa a cui nessun cittadino vorrebbe mai assistere sebbene, alle volte, risulti essere necessario. Tale provvedimento assunto in forza di un debito prolungato, infatti, rappresenta un incubo per molti ma a cui si va incontro se i conti in tasca non risultano essere congrui a lungo creando problemi non solo per se stessi, ma bensì anche per i terzi.
Subire un pignoramento, dunque, non è un’azione da poco ed è proprio per tale motivo che la stessa richiede un procedimento stabilito, il quale deve essere rispettato ogni qualvolta si presenti la necessità di perseguirlo: scopriamo quale questo sia.
Pignoramento del conto corrente: del due modalità secondo cui avviene
Il conto corrente può diventare oggetto di pignoramento per due ragioni principali: debiti fiscali o debiti con terzi.
Esaminando in primo luogo i debiti con terzi, è possibile scoprire che ogni qualvolta che un’azione del genere è richiesta, tutto l’iter deve essere legittimato da un giudice, il quale è l’unico soggetto autorizzato a disporre un pignoramento e che, infatti, durante l’udienza dovrà disporne i termini come la cifra da pignorare o, ancora, l’eventuale chiusura del conto corrente.
Passando, poi, ai debiti fiscali, invece, è facilemente comprensibile che questi rimandano ai debiti che un cittadino ha nei confronti del Fisco. In tale occasione, come vi abbiamo spiegato più volte, l’Agenzia delle Entrate ed in particolar modo l’ufficio Riscossioni, detiene il poter di poter soddisfare i mancati pagamenti attraverso un prelievo coatto, il quale in tale occasione non richiede neanche una delibera giudiziale.