In queste settimane è stata presentata al mondo la famiglia Galaxy Note 20. Sia gli addetti ai lavori che il pubblico sono rimasti stupiti dal design dei device Samsung. Tuttavia, i più curiosi vogliono guardare oltre e per questo vi proponiamo un bel teardown di Galaxy Note 20 e Note 20 Ultra.
hanno provveduto a smontare entrambi i device. Dall’analisi emerge come la struttura interna sia simile, anche se non uguale, tra i due dispositivi. Questa convergenza di soluzioni fa si che i punti di forza e di debolezza siano gli stessi.Infatti, come emerge dal teardown, il due device hanno totalizzato un punteggio di riparabilità pari a 3 su 10. Questo voto gravemente insufficiente è dettato da alcune scelte progettuali che penalizzano le riparazioni.
Per sostituire la batteria è necessario smontare quasi tutto il device. Sebbene non si tratti di una operazione complicata, rende la riparazione lunga e maggiormente soggetta ad errori. Lo stesso discorso vale per la sostituzione del display. Queste due operazioni dovrebbero essere facilitate in quanto si tratta di elementi facilmente deteriorabili nei device moderni e che necessitano le sostituzioni più frequenti.
Come se non bastasse, Samsung ha deciso di utilizzare molto adesivo per fissare le componenti al loro posto. Purtroppo però ce n’è talmente tanto che bisogna prima fare molta forza per rimuovere il pezzo incollato e poi pulire gli alloggiamenti da tutti i residui. Gli unici punti a favore delle scelte costruttive di Samsung per i Galaxy Note 20 e Note 20 Ultra sono le viti standard Phillips e la modularità delle componenti.