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Risparmiometro: ecco quando partono i controlli fiscali

Tra gli strumenti più utili al Fisco e all’Agenzia delle Entrate per il controllo di eventuali irregolarità nelle operazioni bancarie vi è il risparmiometro. Questo potente strumento per la lotta all’evasione fiscale può controllare sia i conti correnti che i conti deposito; inoltre può controllare investimenti in azioni, obbligazioni e un po’ tutti i prodotti finanziari.

La funzione del risparmiometro è quella di verificare i movimenti dei conti per poi incrociare i dati delle dichiarazioni dei redditi per verificare la presenza di irregolarità. Se l’algoritmo utilizzato rileva incongruenze tra il valore del reddito e i movimenti effettuati scattano i controlli fiscali.

Risparmiometro: reddito potenziale e soglia di 5’000 euro

 

L’algoritmo del risparmiometro si applica, come detto, per il controllo dei movimenti effettuati sui nostri conti correnti. Si monitorano versamenti, prelievi e bonifici, così come le transazioni per l’acquisto di beni, sia mobili che immobili, a prescindere che siano legati o meno a dei finanziamenti. La funzione dell’algoritmo è quella di calcolare il reddito potenziale di un contribuente

; questo reddito viene poi confrontato con quanto emerge dalle dichiarazioni dei redditi contenute nella cosiddetta “Superanagrafe“.

Se, al momento del controllo, risulta una discrepanza di più del 20% tra la dichiarazione dei redditi e quanto calcolato dal redditometro scattano i controlli del Fisco. Un’altra causa scatenate di controlli, a prescindere dalle discrepanze tra le operazioni effettuate e il proprio reddito, sono le operazioni che superano la soglia di 5’000 euro. In caso di versamenti o prelievi superiori a questa cifra potrebbe venir chiesta l’origine o la destinazione del denaro; in questi casi, in caso di prelievo, la banca è autorizzata a chiedere una dichiarazione scritta sulla finalità del prelievo.

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Pubblicato da
Redazione