L’attenzione è una risorsa limitata. E, in un momento particolare, puoi averne solo quella necessaria. Viviamo in un’epoca di continue distrazioni. Connessi potenzialmente 24/7. Con lo smartphone in mano portiamo nostro mondo con noi, ovunque. Ma i nostri dispositivi ci rendono meno attenti. Quindi, ci siamo chiesti cosa faccia la tecnologia al nostro cervello. Ecco cosa sappiamo.

Smartphone, in che modo ci distraggono dalla realtà

Immaginiamo che l’attenzione sia un lago calmo. E che ogni notifica sia una piccola goccia in quel lago. Possiamo pensare alla capacità di riflettere come alla capacità di concentrarsi su ciò che ci circonda. Ma quando abbiamo tutte queste gocce in continuazione, quando piove, si ottiene un lago disturbato e sfasato. La posta elettronica è come la pioggia. E le notifiche sembrano una tempesta per la nostra produttività e la nostra capacità di concentrarci. Più alto è il carico cognitivo, più siamo suscettibili a nuove distrazioni. Le notifiche sui nostri telefoni attirano la nostra attenzione lontano dal compito che abbiamo a portata di mano. Per cui completarlo può richiedere, in ultima analisi, uno sforzo maggiore.

Ogni volta che si viene distratti da una notifica, si deve spostare l’attenzione e tornare indietro. La commutazione, in sé e per sé, richiede in realtà uno sforzo cognitivo. E così si finisce per essere più stressati alla fine della giornata. Quindi, cosa possiamo fare come utenti di smartphone per mitigare questa situazione? In essenza, basta programmare il proprio smartphone per avere del tempo senza notifiche. E poi, tenerlo silenzioso, soprattutto mentre stiamo lavorando.

Quindi, per affrontare le nuove tecnologie, potremmo aver bisogno di riconsiderare prima di tutto come e quando ci affidiamo ad esse. Qual è il prezzo che paghiamo, affidandoci ad esse? Un prezzo di attenzione, sicuramente. Perciò dovremmo avere più contatti umani e meno telematici.

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