Il pignoramento fiscale cambia regole dopo la discussione tenutasi in calce al Decreto di Agosto, con cui il Governo ha temporaneamente stabilito la sospensione delle azioni esecutive dei creditori.
In base alle ultime modifiche si offre una proroga di 45 giorni per gli interventi che hanno come fine ultimo il prelievo forzato di stipendi e pensioni. Fino al 15 Ottobre 2020 tutte le procedure sono bloccate in attesa di ulteriori informazioni. Ecco quali sono le più importanti novità del momento.
Pignoramento di stipendio e pensione: tutti calmi, è arrivato lo STOP
Il quadro di intervento a sostegno delle famiglie italiane si amplia con l’ultimo provvedimento esecutivo. Nello specifico si impone il veto alle restrizioni economiche in via cautelare. Tutto ciò che riguarda debiti contratti e richiesti dall’Ente di Riscossione viene accantonato insieme alle ingiunzioni e livello territoriale per contenziosi in corso e già scaduti. Un momentaneo momento di respiro.
Nel dettaglio, la sospensione così concordata riguarda le somme dovute dallo stipendio e dalla pensione, ivi comprese cassa integrazione ed altri sistemi economici relativi al rapporto di lavoro. A partire dal 16 ottobre avverrà la riattivazione del pignoramento in modo automatico.
I termini del blocco pignoramento si otterranno anche per quanto riguarda i piani rateali in attivo. In pratica, tutto si congelerà fino al 15 ottobre per coloro che hanno concordato un piano di rientro rateale durante il lockdown. Dal giorno successivo, così come previsto, tutto riprenderà regolarmente.
Termini di pignorabilità
I limiti del pignoramento per quanto concerne stipendi e pensioni sono definiti in calce al Codice Civile per un quinto dell’importo mensile al netto delle imposte. Pertanto, in un caso tipico da compenso pari a 1.200 Euro ci si aspetta una detrazione da 240 Euro. Per azioni successive all’accredito su conto bancario o postale intestato al debitore il pignoramento risulta attivo.