L’emergenza Coronavirus ha posto al centro dei riflettori molti argomenti d’importanza vitale per lo Stato, primo fra tutti quello fiscale, infatti il blocco totale del lavoro che la nostra penisola ha subito durante il lockdown ha messo a dura prova le varie aziende, le quali hanno così dovuto tirare i conti con un periodo molto difficile tra pagamenti fiscali e altro.
Ovviamente lo Stato, vista la causa di forza maggiore, è venuto incontro alle necessità dei contribuenti, attivando una moratoria per rinviare i vari pagamenti dovuti alla famigerata Agenzia delle Entrate, la quale però vedrà la sua scadenza arrivare il prossimo 15 Ottobre, cosa accadrà dunque una volta giunto quel giorno ?
Ovviamente il rischio è quello di ritrovarsi con una bomba fiscale pronta ad esplodere sui vari contribuenti che ovviamente sono alquanto lontani dallo smaltire una crisi di proporzioni storiche come quella affrontata.
L’Agenzia infatti, restando così le cose, dovrebbe inviare la bellezza di 9 milioni tra lettere e PEC a imprese, partite Iva e semplici cittadini per farsi corrispondere il dovuto, un vero tsunami per così dire, l’unica soluzione dunque, seppur politicamente compromettente, sembrerebbe la pace fiscale, la quale straccerebbe le cartelle di questi ultimi due anni.
Pace e riforma
L’ipotesi di una pace fiscale comincia già a circolare in Governo e le premesse a quanto pare ci sono tutte a differenza degli altri condoni del passato, infatti si tratterebbe di una misura straordinaria per fronteggiare la presenza di un quadro economico-finanziario disastroso, come mai dal secondo dopoguerra, con l’intenzione di procedere poi ad una riforma fiscale.
Il Ministero del Tesoro infatti starebbe già lavorando ad una ristrutturazione del sistema Irpef con la possibile introduzione di un modello simile a quello tedesco, con il piano, come palesato dal ministro Gualtieri, di ridurre il carico fiscale a partire dal ceto medio, rimodulando i criteri di prelievo.