Notizia shock dal Fisco nostrano: i contribuenti hanno circa 41 mila euro di debito pubblico ciascuno. È quanto risulta dalla stima fatta a fine maggio quando lo Stato, dopo aver tirato le somme del lockdown, si è ritrovato indebitato per 2.500 miliardi di euro. Un record davvero impressionante e per risollevare il Paese da un tale shock sarà compito del Fisco provvedere al più presto.
Per chi non ne fosse al corrente, il debito pubblico altri non è se non l’eccedenza tra le spese sostenute dallo Stato e le entrate fiscali che sono risultate insufficienti. In pratica facendo il passo più lungo della gamba, l’Italia ha iniziato a fare ricorso ai prestiti dei mercati esteri, generando una spirale debitoria senza fine. Con il lockdown la necessità di ricorrere al debito si è fatta via via più necessaria con le conseguenze a cui abbiamo accennato poc’anzi.
L’enorme divario che si è creato tra deficit e PIL deve essere sanato al più presto soprattutto perché ne va di mezzo la fiducia che il mercato internazionale ripone nel nostro Paese. Se prima dell’emergenza Covid l’Italia aveva un debito pubblico pari a 134,5% oggi siamo intorno al 160% con un rapporto deficit/PIL al 13%.
Secondo il Patto di Stabilità, rientrata l’emergenza, sarà fatto obbligo all’Italia di attestare la percentuale di debito sotto al 100% per non rischiare di sprofondare finanziariamente.Le uniche due soluzioni possibili per evitare il default finanziario sono di immettere nuova ricchezza per le famiglie oppure attingere ai loro risparmi. Nel primo caso si tratterebbe di ridurre le spese fisse dei contribuenti ( come le rate del mutuo ad esempio) ed aumentare il potere d’acquisto degli stipendi. Così facendo le famiglie avrebbero nuova disponibilità monetaria da spendere rimettendo in moto l’economia. Nell’altro caso si parla invece di un intervento coercitivo da parte del Fisco che per mezzo di una Patrimoniale o di prelievi forzosi gli consentirebbe di attingere liquidità direttamente dai conti correnti bancari.