Quando l’Italia ha aderito all’euro, nel 1999, lo ha fatto rinunciando alla sovranità monetaria. Si è presa una valuta stabile, cioè il marco travestito di azzurro e con le stelline gialle. Ma non può svalutare, come faceva nel passato. Svalutazione che serviva per rimanere competitivi sui mercati mondiali. E che oggi, infatti, ci vede molto indietro. Perché non possiamo più svalutare. Non c’è inflazione, ma non abbiamo più competitività Infatti, stiamo lentamente morendo.
Debito pubblico: ecco come saperne più
Il debito pubblico italiano, già insostenibile prima, è schizzato oltre il 166% del PIL Lo ha fatto grazie alle deroghe europee in occasione dell’emergenza della Covid-19. Il rapporto deficit/PIL, che era intorno al 2%, è balzato oltre il 10%. Le emissioni annuali di BOT e BTP (oltre 80 miliardi annui) servono a malapena a pagare le pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici. Non resta praticamente niente per investire.
Ed infatti la nazione è ferma, paralizzata. Non a caso la cassa integrazione non è stata riscosse da molte imprese. Non a caso l’Italia ha chiesto 27,4 miliardi del fondo europeo SURE, cioè la cassa integrazione europea. Perché senza quei soldi, non possiamo erogarla a chi ne ha ancora bisogno. E sono tanti.
Non è un caso se molte imprese se ne vanno dall’Italia. E se qui le imprese straniere arrivano (quando lo fanno), vedono che è impossibile lavorare, e se ne vanno. Pensate ai casi ILVA, Lucchini, Whirlpool ed altri. Abbiamo ogni potenzialità per fare bene. Tutti questi problemi sono stato esacerbati dall’aver adottato l’euro. Che non ci consente più di fare come ci pare. Che ci condanna ad essere tedeschi perché è il marco travestito. Ma, avendo la mentalità da italiani, non siamo capaci di accettarlo. Il futuro è fuori dai nostri confini.