Ha dell’incredibile la vicenda sventata in casa Tesla. Sembrerebbe infatti da un report dell’FBI americana che un ragazzo di 27 anni, hacker russo, avesse avuto dei piani per creare non pochi problemi all’azienda di Elon Musk e ai suoi utenti. Ecco i dettagli del piano e le modalità con cui è stato sventato.
Un malware per mandare in tilt le Tesla
Il problema sarebbe relativo all’impianto Gigafactory di Tesla, che si occupa della produzione della componentistica delle batterie per le auto prodotte dall’azienda di Elon Musk. La vicenda sarebbe iniziata all’inizio del mese di luglio, quando il ragazzo russo sarebbe entrato in contatto con alcuni dipendenti della Gigafactory. Offrì anche una ricompensa molto lauta a chiunque avesse deciso di collaborare con lui. La ricompensa ammontava a 1 milione in dollari o in Bitcoin. Una prima parte avrebbe dovuto essere versata all’inizio del lavoro, e il resto saldato una volta portato a compimento l’attacco informatico. Il giovane hacker intendeva mandare in blocco il sistema di produzione centrale di Tesla, e di conseguenza buona parte delle auto, rubando dati sensibili all’azienda e ai suoi utenti.
Un piano quasi perfetto, se non fosse che gli impiegati, ligi al dovere e alla propria posizione all’interno di Tesla, hanno avvertito l’FBI. Allertata di questa situazione, l’attacco è stato portato avanti, fino al versamento di 11mila dollari da parte del giovane russo, il quale in questo mondo ha fornito una prova ulteriore del proprio piano e coinvolgimento. A seguito del versamento il 19 agosto, l’hacker è stato arrestato il 22 agosto, sventando una minaccia critica per Tesla.