Grazie al Decreto Agosto oltre 9 milioni di cartelle esattoriali lasciate nel limbo del lockdown sono state prorogate dal 1 settembre al 15 ottobre 2020. Una moratoria voluta dal governo che ha messo a bilancio la crisi economica e l’incapacità delle famiglie italiane di far fronte ai debiti fiscali. A questo provvedimento si affianca l’ipotesi di slittare ulteriormente la notifiche delle cartelle esattoriali arretrate alla fine dell’anno per dare ossigeno soprattutto alle imprese in difficoltà.
Spostare ancora i termini di notifica significa però appesantire la macchina fiscale di un ulteriore carico finanziario, quantificabile a circa 165 milioni di debito netto. Inoltre in questo momento le casse statali hanno bisogno più che mai del gettito fiscale. Un’iniezione di liquidità che servirebbe a sanare l’enorme voragine determinata dall’erogazione degli ammortizzatori sociali di cui lo Stato si è fatto carico a causa della pandemia.
Quale strategia fiscale mettere in atto?
La necessità di sostenere un Paese in difficoltà ha indotto il Governo ad attingere alle risorse monetarie per erogare sussidi a famiglie ed imprese. Dalla cassa integrazione in deroga, all’assegno per le Partite Iva fino ai numerosi bonus destinati alle famiglie, il governo ha dispiegato ciò che aveva a disposizione per superare l’impasse della crisi. Tra gli aiuti anche quello di congelare il debito con il Fisco di molte imprese che hanno così potuto respirare prima di vedersi notificate nuove cartelle esattoriali.
L’ipotesi di un ulteriore rinvio a fine anno è peraltro accompagnata dalla possibilità di riprendere l’attività di notifica delle cartelle esattoriali in maniera scaglionata. In questo modo si eviterebbe il recapito in un colpo solo delle 9 milioni di cartelle arretrate alle quali si aggiungono quelle prodotte di recente. L’Agenzia delle Entrate dovrà molto probabilmente creare un calendario in cui dilazionare le notifiche dando priorità alle cartelle più urgenti e tenendo conto dei contribuenti maggiormente in difficoltà.