Continuano ad inasprirsi i rapporti tra Cina ed India, a seguito di una serie di incidenti che hanno portato il governo indiano a proibire l’utilizzo di oltre cento applicazioni cinesi. Alle cinquanta app bandite nel mese di giugno perché considerate impegnate in attività pregiudizievoli per la sovranità e l’integrità dell’India, se ne aggiungono adesso delle altre, tra cui PUBG Mobile, un popolare battle royale molto giocato anche in Italia.
Perché l’India ha vietato l’utilizzo di PUBG Mobile ed altre app cinesi?
PUBG Mobile, Alipay e Baidu sono solo alcune delle applicazioni più popolari che sono state vietate dal governo indiano. Ad esse si aggiungono TikTok e WeChat, il cui utilizzo è stato vietato nel mese di giugno. Il ministero dell’Elettronica e delle Tecnologie dell’Informazione ha dichiarato di aver ricevuto reclami su una serie di applicazioni che rubano e trasmettono di nascosto i dati degli utenti in modo non autorizzato a server che hanno sedi al di fuori dell’India. Questi dati, nello specifico, sarebbero indirizzati verso la Cina ed il governo indiano ha riferito che la scelta di vietare le oltre cento applicazioni incriminate salvaguarderà gli interessi di milioni di utenti mobile indiani.
Nel caso di TikTok, sappiamo che l’utilizzo dell’app non è stato vietato solo in India. Anche diverse agenzie governative degli Stati Uniti (l’Amministrazione per la sicurezza dei trasporti, il Dipartimento di Stato, il Dipartimento per la sicurezza interna, la Marina e l’esercito) hanno vietato l’utilizzo dell’app sugli smartphone e, più in generale, sui dispositivi dei propri dipendenti per problemi legati alla sicurezza.
Oltre a PUBG Mobile, il governo indiano ha proibito anche l’utilizzo di Alipay, una importantissima piattaforma per i pagamenti digitali, e Baidu, il principale motore di ricerca in lingua cinese. A seguire, l’elenco delle 118 applicazioni vietate dal governo indiano.