La deframmentazione delle unità di archiviazione permette di migliorarne la gestione dello spazio, riscrivendo in modo più ordinato i dati contenuti; le impostazioni di Windows fanno si che questa operazione venga effettuata mensilmente. Le memorie SSD però non richiedono questa operazione se non in modo sporadico, poiché la effettuano automaticamente. Il problema del bug riscontrato in Windows 10 è proprio questo, non avendo memoria dell’ultima deframmentazione, il sistema avvierà l’operazione ad ogni avvio del computer; la conseguenza dunque sarà che la memoria verrà sottoposta a una quantità di operazioni 30 volte superiore al necessario.
Questo continuo sovrascrivere dati causa, oltre che al rallentamento delle altre operazioni durante la frammentazione, un netto calo della durata della vita delle unità SSD. Fortunatamente Microsoft ha già rilasciato un versione beta per sviluppatori dell’aggiornamento che dovrebbe risolvere il bug.
Mentre si attende che l’update sia disponibile per tutti gli utenti si consiglia di disattivare la funzione che avvia in modo automatico la deframmentazione della memoria. Per farlo basterà accedere al menu start e digitare “defrag” nella barra di ricerca e selezionare la voce “Deframmenta e ottimizza dischi“. Qui basterà eliminare la spunta alla voce “Effettuare la deframmentazione programmata” dal menù “Cambia impostazioni“.