Il prezzo di una EV è di molto superiore rispetto alle soluzioni a gasolio. Partiamo da qui. Innegabile. Anche con gli incentivi ed a parità di prestazioni/allestimenti un’auto a batteria costa sempre più di una controparte endotermica. Non ci si può fare nulla. A far lievitare il costo sono proprio le componenti elettriche che necessitano di opportune integrazioni e processi di ingegnerizzazione. Il costo maggiore, infatti, è rappresentato proprio da queste componenti il cui ciclo di vita stimato per un utilizzo normalizzato è di 10 anni o 150.000 Km di media.
Ne va di conseguenza che la manutenzione e/o la sostituzione delle batterie costa ulteriori soldi. Il tutto si aggiunge anche al contesto del fattore inquinamento. Esperti del CES-IFO di Monaco di Baviera, infatti, hanno stabilito una disparità per quel che riguarda le emissioni di anidride carbonica nell’ambiente. Causa processi ancora fermi all’uso dei combustibili fossili il limite delle emissioni zero viene sforato di molto concedendo una vittoria schiacciante alla Mercedes 220D Euro-6D Temp contro la premiata Tesla Model 3 Full Electric.
Tutti aspetti su cui si può certamente lavorare in previsione di batterie più durature e sfruttamento di energie green in fase di produzione. Ma sono comunque tanti i nodi da sciogliere. Uno di questi è senza dubbio legato ai processi di autonomia e ricarica. Un pieno di Diesel non è mai un problema. Migliaia di colonnine garantiscono un rifornimento conveniente e sempre disponibile sia di giorno che di notte. Il prezzo è ben bilanciato ed il tutto si completa nel giro di qualche minuto. Con le auto elettriche non è mai così. Da 45 minuti per la ricarica rapida a diverse ore allacciati alla presa domestica con bollette che lievitano parecchio. Una scelta spesso obbligata dalla carenza di infrastrutture pubbliche DC (Direct Current, corrente continua). Servono ben 18 regolamentazioni per procedere all’installazione di un nuovo punto di ricarica. Cosa che mette in difficoltà tutti coloro che devono affrontare viaggi.
C’è da dire che è in corso un’opera di sburocratizzazione dei processi di finalizzazione degli hotspot elettrici. Nonostante questo i tempi di attesa per una ricarica sono ancora troppo lunghi a meno di considerare l’idea di entrare in possesso della neonata Lucid Air, vettura che promette oltre 800 Km di autonomia ed una ricarica che in 20 minuti garantisce quasi 500 Km di autonomia. Ma, anche in questo caso, manca la predisposizione per il sistema di ricarica prevista a 900V.
Insomma, molto deve essere ancora fatto per rendere appetibile l’offerta del mercato elettrico. Voi cosa ne pensate? Spazio ai commenti.