WhatsApp che conosciamo oggi è profondamente diverso rispetto al servizio nato oramai più di dieci anni or sono. La piattaforma di messaggistica istantanea è riuscita costantemente ad aggiornarsi ed ad essere sempre al passo con i tempi. Basti pensare che durante i primi mesi di attività, sempre WhatsApp chiedeva al suo pubblico il pagamento di una quota annuale per poter chattare con amici e conoscenti.
Gli account a pagamento erano una caratteristica principale della piattaforma. Il costo annuale dell’abbonamento era però relativo, pochi centesimi (0,89 euro, per l’esattezza).
Da quando WhatsApp è parte della famiglia Facebook, i profili a pagamento rappresentano solo il passato. Gli sviluppatori, a tal proposito, interpellati sulla questione hanno sottolineato di non aver in progetto un ritorno agli abbonamenti annuali.
Tuttavia, nonostante le parole degli addetti ai lavori di WhatsApp, molti utenti vengono bersagliati con costanza da fake news che ipotizzano un clamoroso ritorno agli account a pagamento.
Come vi abbiamo mostrato in altre circostanze (non ultima, quella dei messaggi sul Covid), su WhatsApp circolano delle comunicazioni fasulle che hanno lo scopo di attivare l’attenzione del pubblico per fini non proprio nobili. Con la classica tecnica del phishing, i malintenzionati della rete cercano di estrapolare proprio da queste fake news informazioni riservate e dati personali degli utenti.
Attenzione quindi. Ogni volta che si riceve un messaggio sui possibili account a pagamento su WhatsApp è bene eliminare il contenuto. Inoltre bisogna ricordarsi di non cliccare mai su eventuali link presenti in calce al testo.