Non onorare i propri debiti non è mai la soluzione giusta e soprattutto non è un comportamento giusto da tenere. Indice di poca affidabilità e serietà, l’elemento debito non rappresenta solo una macchiolina sulla propria condotta ma, bensì, un rischio che può sfociare in provvedimenti legali da non sottovalutare, tra questi il pignoramento.
Vedere il proprio conto corrente privato di determinate somme, dunque, risulta essere molto sconvenevole ed un qualcosa che nessuno si aspetterebbe mai di vivere. Quando può accadere per l’esattezza? Scopriamolo insieme.
Conto corrente: i due casi principali per cui il pignoramento avviene
Il pignoramento di un conto corrente non può avvenire da un giorno all’altro: per poterlo effettuare, infatti, in entrambi i casi spiegati oggi vi è bisogno del rispetto di un iter.
Partendo, in primis, dal caso più comune possiamo vedere come il conto corrente venga pignorato in caso del mancato saldo dei debiti. In tal caso, l’intera vicenda dovrà essere sottoposto all’occhio vigile di un giudice, il quale citerà in udienza il debitore incriminato, stabilirà la cifra del pignoramento e, nei casi più gravi, predisporrà la chiusura anticipata del conto. Gli istituti bancari, dunque, non potranno agire in autonomia ma dovranno essere indirizzati da un potere più forte.
Il secondo caso, invece, riguarda i debiti fiscali: collezionati nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, più in particolare del Fisco, questi debiti possono essere oggi saldati attraverso i prelievi coatti. Nel caso in cui, dunque, il debitore non rispondesse ai suoi doveri, l’ufficio Riscossione agirebbe in automatico andando a prelevare la quota dovuta dai possedimenti del soggetto interessato. In questo caso non vi è bisogno di alcuna delibera giudiziale.