Chiunque si sia trovato a dover gestire le finanze domestiche si sarà accorto come negli ultimi anni le tasse relative al consumo di luce e gas abbiano subito un costante incremento. Le bollette domestiche, luce e gas appunto, ma anche le tasse sui rifiuti, gli affitti e la manutenzione assorbano buona parte dei risparmi; stando una stima elaborata da confcommercio, arrivano a pesare fino al 44% dei consumi.
La stima per di più si basa su una media che non tiene conto dei possibili imprevisti che possono capitare all’improvviso. Tra questi imprevisti, sicuramente uno dei più fastidiosi, si possono annoverare proprio i conguagli sulle bollette; fortunatamente però la legge di Bilancio 205/2017 viene in soccorso dei consumatori che ricevono segnalazioni di un mancato pagamento pregresso.
Tasse: quando le bollette vanno in prescrizione
La legge in questione stabilisce che in caso di mancato pagamento relativo a forniture di luce, gas o acqua, il fornitore non potrà avanzare richiesta di conguaglio una volta trascorsi due anni dalla scadenza della bolletta; la norma va a modificare i precedenti termini di prescrizioni, fissati a 5 anni. La prescrizione riguarda la totalità delle tasse e si calcola a partire dal giorno successivo alla scadenza della bolletta. I tempi prescrizione variano a seconda della fornitura di riferimento:
- Energia elettrica: 2 anni per le bollette scadute dopo l’1 marzo 2018; 5 anni per quelle precedenti.
- Gas: 2 anni per le bollette non pagate scadute dopo l’1 gennaio 2019; 5 anni in caso di scadenza precedente.
- Servizio idrico: 2 anni se la scadenza è posteriore all’1 gennaio 2020; 5 per le bollette pregresse.