Volendo tralasciare una soggettiva interpretazione degli esiti diciamo che 2018 VP1 è il chiamato in causa nel contesto della sicurezza planetaria. Si troverà molto vicino alla Terra così come stimato dagli eminenti esperti della NASA che lo vedranno a poche migliaia di chilometri dalla superficie. La data, come si è potuto capire, è il 2 novembre 2020 in coincidenza della Commemorazione dei Defunti.
Con 2 metri di diametro il nuovo asteroide 2018 VP1 non dovrebbe rappresentare una tangibile minaccia per la nostra incolumità. Così afferma un tweet concesso dall’Agenzia Aerospaziale Americana lo scorso 23 Agosto 2020.
“Attualmente ha una probabilità dello 0,41% di entrare nell’atmosfera del nostro pianeta, ma se anche lo facesse si disintegrerebbe a causa delle sue dimensioni estremamente ridotte”.
Il nome è stato consegnato alla storia dai ricercatori della Zwicky Transient Facility operanti presso il Palomar Observatory Caltech. Successivamente il corpo astrale è rientrato nell’interesse degli scienziati che con molte difficoltà lo hanno intercettato in orbita nell’atmosfera. Il programma di osservazione è attivo fin dal 1998 e ad oggi ha consentito di individuare 19.000 oggetti. A partire dal 2005 il Congresso ha chiesto alla NASA di individuare almeno il 90% degli asteroidi di grossa taglia che potrebbero essere suscettibili di creare danni a livello locale e globale.
Al momento l’asteroide più pericoloso è Bennu con una larghezza compresa tra 100 e 160 piedi in avvicinamento alla Terra a meno di 8 milioni di chilometri. Non lo vedremo presto e speriamo di non dover mai vivere un’esperienza simile. Per il momento possiamo dormire sonni tranquilli, elezioni permettendo.