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Netflix: spot sulla piattaforma, ecco cosa ne pensano i fondatori

Il mondo dello streaming è cresciuto immensamente in questi ultimi anni, con una crescita esponenziale dovuta anche alla diffusione del Coronavirus. Questa situazione eccezionale ha creato un mercato perfetto per il mondo dei contenuti digitali, che hanno avuto un vero e proprio exploit in questo 2020.

Netflix si propone senza alcun dubbio come il servizio di punta di questo mercato, con contenuti di alto livello, sia per quanto riguarda le serie TV, che per i film e i documentari. Una situazione che viene continuamente messa in pericolo dalla nascita e affermazione di nuovi servizi, vedi Amazon Prime Video, HBO Max, Disney+ e molti altri ancora di minore importanza. Di conseguenza non è possibile abbassare la guardia, e la produzione di contenuti stimolanti per gli utenti rappresenta una costante da tenere in alta considerazione.

 

Spot su Netflix?

In molti si saranno accorti che Netflix è una piattaforma totalmente libera da annunci pubblicitari. E voi direte: è normale, paghiamo un abbonamento. Eppure vi assicuro che mantenere una strategia spot free

è molto difficile per il bilancio di un’azienda. Tuttavia, i fondatori di Netflix, spesso interpellati sull’argomento confermato le precedenti intenzioni.

Il co-fondatore di Netflix Reed Hastings ha recentemente dichiarato che la scelta di non pubblicare annunci pubblicitari fa parte della strategia dell’azienda per cercare di costruire un migliore modello di business senza gli spot. Ancora sull’argomento: “La pubblicità sembra facile finché non ci entri. Allora ti rendi conto che puoi ricavare quelle entrate da altri posti, perché il mercato pubblicitario totale non sta crescendo e anzi in questo momento si sta riducendo.”

Insomma, se Netflix è arrivata a questo punto senza spot, non si vede il motivo per cambiare strategia. Con i suoi quasi 200 milioni di utenti in tutto il mondo, attualmente è l’azienda che investe di più nella produzione televisiva e filmica a livello mondiale. E così sarà almeno per i prossimi due anni ancora.

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Pubblicato da
Filippo Ferrante