Non sfuggono all’occhio del fisco neanche i conti correnti di pensionati e lavoratori dipendenti; un tempo soggetti a controlli meno frequenti rispetto a le partite IVA. A ribadire questo punto ci ha pensato la Corte di Cassazione con l’ordinanza 104 del 14 gennaio 2019 in cui ribadiva come i controlli fiscali siano effettuabili su qualsiasi conto corrente a prescindere da chi sia l’intestatario.
Per adempiere al meglio a questa funzione di repressione dell’evasione fiscale l’Agenzia delle Entrate si è munita di strumenti sempre più efficienti. Uno degli strumenti più potenti messi a disposizione del fisco è senza dubbio l’anagrafe tributaria con l’archivio dei rapporti finanziari. Inoltre l’articolo 32 del Decreto del Presidente della Repubblica, stabilisce come qualsiasi versamento o bonifico sul proprio conto causi una presunzione; ciò che si presume e che quel denaro sia, di fatto, un reddito.
A prescindere dalla natura del denaro quindi verranno considerati tali fino a prova contraria; il fisco dunque procederà con i controlli sulla dichiarazione dei redditi. D’altronde l’onere della prova grava, in questi casi, sul contribuente che dovrà essere in grado di dimostrare come il denaro non proverà da una fonte di reddito in nero.