Lo scorso 11 settembre sono terminati gli incentivi per l’acquisto di una nuova auto proposti dal Governo Italiano. I fondi richiesti, in particolare, sono stati tutti esauriti. Nello specifico, dei 500 milioni messi a disposizione, sono stati utilizzati oltre 300 milioni per le auto elettriche, 90 milioni per le colonnine di ricarica e 50 milioni per le auto con motori tradizionali (ovvero a benzina o a diesel). Nonostante questo, il quadro generale emerso è poco rassicurante.
Nonostante queste misure proposte dal nostro governo per risollevare il settore automobilistico italiano, è possibile constatare come la situazione non sia ancora migliorata per diversi motivi. Con questi incentivi auto 2020, infatti, il Governo Italiano ha favorito in realtà soltanto l’acquisto delle vetture elettriche e non ha tenuto invece conto di tutti quei cittadini che preferiscono delle auto dotate di motori tradizionali.
Diverse industrie automobilistiche, infatti, avevano da subito proposto di spostare questi incentivi
anche sull’acquisto di auto con motori a benzina o a diesel, o comunque di avere una certa uniformità dei fondi per tutte le tipologie di veicoli. Così però non è stato, e ora ci troviamo di fronte a una situazione piuttosto insolita. Come spiegato da Michele Crisci, ovvero il presidente di Unrae (associazione dei costruttori esteri che operano in Italia), “il sistema messo in campo dal governo contiene forti elementi di rigidità, tra cui l’impossibilità di travasare le risorse da una fascia emissiva all’altra o di prevedere un fondo unico, che si traduce nel rischio di lasciare inutilizzati parte dei fondi, pur a fronte di una quota di domanda che resta così insoddisfatta. È dunque più che mai urgente rifinanziare il fondo esaurito per non frenare la crescita di un settore già fortemente colpito, nei mesi scorsi, dall’emergenza Covid-19″.