L’emergenza Coronavirus ha sicuramente lasciato un segno importante nella vita di ognuno di noi sulla nostra penisola, numerosi aspetti infatti che compongono il nostro Stato hanno subito un’influenza a dir poco pesante, da quello lavorativo a quello più colpito ovvero quello sanitario.
Ovviamente anche l’aspetto economico/finanziario non è stato risparmiato, ma anzi ha subito forse una tra le botte più dure, forse addirittura maggiore di quella subita dopo il secondo dopoguerra, con la macchina produttiva completamente bloccata, cosa che ha portato gravi perdite alle casse dello Stato.
Ora ovviamente il Governo sta passando al vaglio numerose possibilità per poter rinvigorire quelle casse che così tanto il virus ha depauperato, un consumo necessario per aiutare la popolazione, ma che ora va adeguatamente ribilanciato.
Tra le varie ipotesi è circolata, con molta popolarità, anche l’idea di introdurre nuovamente la tassa patrimoniale, una vecchia formula di tassazione che in passato si credeva fosse adatta ad annullare, seppur in minima parte, quelle che erano le differenze tra ricchi e poveri.
Cosa accadrà ?
Sostanzialmente dubitiamo fortemente che lo Stato deciderà di inserire nuovamente la tassa patrimoniale, questo poichè, oltre che a trattarsi di una formula ormai antiquata, esistono già altre tipologie di tassazioni molti simili, un esempio è l’IMU.
Come se non bastasse, anche ragionando logicamente, l’Italia vive un periodo in cui ha necessità inderogabile di richiamare a se tutti i suoi capitali, un’eventuale tassazione proprio su essi, potrebbe spingerne i proprietari a muoverli verso paradisi fiscali, provocando così una fuga di massa che il nostro Stato invece proprio dovrebbe evitare.