Lo scorso 9 settembre Netflix è finita nell’occhio del ciclone a causa dell’aggiunta di un nuovo film al suo catalogo multimediale. Si tratta di Cuties, un film francese scritto e diretto dalla regista franco-senegalese Maimouna Doucouré.

In un primo momento le polemiche erano state rivolte nei confronti della locandina promozionale che Netflix aveva realizzato per lanciare il film. Al suo interno venivano mostrate una serie di bambine di undici anni truccate e in pose decisamente sconvenienti. Ma dopo questa repulsione iniziale per le modalità pubblicitarie con cui è stato promosso il film, la protesta si è allargata ad un numero sempre maggiore di utenti, che hanno invocato come motivo delle proteste, un presunto incitamento alla pedopornografia.

Non sono bastate nemmeno le scuse di Netflix per placare le polemiche e il polverone sollevatosi sul film. Ma dopo il boicottaggio della pellicola grazie all’hashtag #cancelNetflix, è intervenuto lo stesso regista per tentare di sedare la rivolta.

 

L’intervento del regista

“La controversia è partita interamente dalla locandina del film… la cosa più importante, però, è guardare il film e comprendere che stiamo sposando tutti la stessa battaglia”. Così è intervenuta sull’argomento a difesa del proprio film Maïmouna Doucouré, la regista senegalese autrice dell’opera in questione. L’intervento è avvenuto durante un’intervista virtuale del 14 settembre, al 10 Talents to Watch ospitato da UniFrance. Delle parole che intendono schierarsi dalla parte del pubblico, ma renderlo allo stesso tempo consapevole dai pericoli a cui va incontro la gioventù di oggi.

Il problema di oggi è “l’ipersessualizzazione dei bambini che vediamo sui social. Occorre proteggere i nostri figli. Ciò che voglio è far aprire gli occhi su questa problematica cercando di combatterla. È necessario anche sviluppare un dibattito e trovare delle soluzioni da parte di noi registi e dei politici all’interno del sistema educativo“.

 

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