Anche durante quest’estate si sono verificate alcune rimodulazioni di prezzo per quanto concerne i contratti della telefonia mobile di TIM, Vodafone e WindTre. Per molti abbonati sono arrivati rincari sulle loro ricaricabili o anche aumenti per quanto concerne i prezzi fissi dei propri piani tariffari. Nel corso di queste ultime settimane, alcuni analisti hanno elaborato alcuni modelli per verificare l’ammontare delle rimodulazioni di prezzo ai danni degli abbonati.
Se si tengono conto dei dati del precedente anno (il 2019), gli abbonati di TIM, Vodafone e WindTre han visto crescere le loro spese annuali in media del 7% in più a differenza del 2018. Se queste percentuali vengono poi traslate in valore assoluto, il rincaro annuo per i clienti si attesta su oltre 40 euro.
Per quanto concerne il raffronto su scala mensile, gli aumenti di prezzo hanno ovviamente un minore impatto sulle spese ricorrenti dell’utenza. Il raffronto tra il 2017 ed il 2018 evidenzia una spesa superiore del 1,74% ogni mese. Con il paragone tra il 2018 ed il 2019, i costi mensili aumentano dell’1,80%.
I dati qui riportati tengono conto delle tariffe di TIM, Vodafone e WindTre. C’è da ricordare a tal proposito che gli operatore hanno libertà quasi assoluta nel poter applicare modifiche ai listini delle ricaricabili e degli abbonati. In questo 2020, però, ci sono state interessanti novità sotto questo punto di vista. Per garantire maggiore trasparenza agli utenti, ad esempio, Vodafone ha stretto un patto con l’AGCOM per un blocco delle rimodulazioni nei primi sei mesi di ogni nuovo piano.