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La mattina del 26 aprile 1986 alle ore 1:23:45 UTC+4 un enorme disastro nucleare coinvolse la città di Chernobyl. L’11 marzo del 2011 alle ore 15:40 invece, un’ulteriore disgrazia colpì la città di Fukushima. Le due catastrofi portarono un enorme dispersione di sostanze radioattive e nocive per l’essere vivente, in circolo tutt’oggi. In pochi però sanno dell’esistenza di scorie radioattive sulle Isole Marshall presenti dagli anni’ 40 (nulla a che vedere con Fukushima e Chernobyl).
Fukushima e Chernobyl: presenza minacciosa risalente agli anni ’40
Sulla piccola isola nell’Oceano Pacifico è presente una cupola di cemento, simile a quella costruita nel 1986 a seguito dell’incidente in Ucraina. Essa contiene al suo interno scorie di decine di test su bombe e missili. Ma come possono queste influire sul nostro pianeta? La costruzione si sta lentamente distruggendo con il rischio che queste possano liberarsi nell’ambiente.
Tale dilemma è emerso durante l’incontro tra il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres e il presidente di quelle zone Hilda Heine. Il pericoloso reperto storico risale agli anni’ 40 e 50, periodo in cui si svolgevano test di ordigni nucleari sganciati sugli atolli del Pacifico. Tra questi vi era “Castle Bravo” nel 1954, in cui un ordigno esplose sull’atollo di Bikini.
Il fungo atomico raggiunse addirittura l’altezza di 7 chilometri, risultando visibile anche ad elevata distanza dal punto dell’esplosione. Migliaia di persone furono vittime delle ceneri e polveri radioattive.
La distruzione graduale della pericolosa struttura sta man mano provocando la dispersione isotopi pericolosissimi come il plutonio-239. Il tutto acquisisce un ulteriore gravità se si pensa che, nel momento della costruzione, il terreno su cui la struttura poggia non venne rivestito divenendo dunque propenso all’assorbimento delle sostanze nocive.