Albert Einstein, fisico tedesco naturalizzato svizzero e statunitense nato il 14 marzo 1879, e la sua Teoria della relatività avevano ragione. Prima di dimostrare tale affermazione gli scienziati hanno effettuato degli studi della durata di 20 anni in cui si è analizzata la stella SO-2 e la sua precisa traiettoria. Questa compie un’orbita intorno al buco nero supermassiccio Sagittarius A* in 16 anni.
Gli studiosi hanno fuso la posizione e gli spettri di S0-2 riuscendo così a ricostruire tridimensionalmente l’orbita più precisa mai ottenuta di una stella intorno a Sagittarius A*. Di conseguenza è stato confermato l’effetto della relatività generale su un corpo che è soggetto ad un campo gravitazionale intenso. Argomentando, lo spettro di SO-2 è la conseguenza dell’effetto Doppler relativistico, il quale è in grado di spostare la luce verso il rosso o verso il blu in base a come la sorgente si muove rispetto a chi la osserva. E del redshift gravitazionale, che provoca invece l’arrossamento della luce quando questa si allontana da un corpo compatto (fonte di un intenso campo gravitazione).
Teoria della relatività: le parole di Andrea Ghez
Andrea Ghez, astronoma statunitense, ha spiegato: “Ci siamo chiesti come si comportasse la gravità vicino ad un buco nero supermassiccio e se la teoria di Einstein ci stesse raccontando l’intera storia. Guardando le stelle spostarsi nell’orbita completa ci fornisce la prima opportunità di testare la fisica fondamentale utilizzando il movimento di queste stelle”. Ciò che ella vuol comunicare è che della stella S0-2 ora abbiamo l’orbita completa in tre dimensioni, pertanto possediamo la preziosa opportunità di testare la relatività generale.
La donna ha specificato che la teoria di Einstein è la migliore per descrivere come funzioni la gravità. Ha inoltre spiegato che con il suo team è stato possibile misurare direttamente tale fenomeno vicino ad un buco nero supermassiccio.