Ogni giorno migliaia di medici in Italia si stanno occupando del Coronavirus, cercando di limitare i danni e curare al meglio le decine di migliaia di pazienti in giro per l’italia. Le fasi e le soluzioni per combattere il virus sono molte: si procede dall’individuazione delle polmoniti tramite l’esecuzione di Tac ai polmoni, passando per la valutazione delle condizioni del singolo paziente e del decorso della malattia, fino all’individuazione della terapia più efficace in base alle condizioni e alla gravità delle sue condizioni.
Questo il lavoro quotidiano svolto ogni giorno dai professionisti del settore negli ospedali, negli ambulatori o direttamente sul campo. Un lavoro che richiede tempo, risorse, soldi, che in queste condizioni estreme diventa sempre più difficile portare a termine. Ed ecco che subentra la tecnologia a darci una mano, grazie ad un progetto portato avanti all’Humanitas University da un’equipe di medici che implementa l’uso delle nuove tecnologie in ambito medico.
Al giorno d’oggi l’intelligenza artificiale è un aspetto sempre più presente nelle nostre vite. Perfino lo smartphone nelle nostre tasche possiede dei chipset specifici per l’intelligenza artificiale, grazie ai quali i dispositivi si adattano alle nostre abitudini, rendendoci la vita più facile. Lo stesso sta avvenendo in ambito medico, dove si sta cercando di sfruttare queste nuove tecnologie nella lotta alla pandemia globale
, che ancora minaccia la popolazione.Una soluzione che renderebbe possibile esaminare e confrontare un’enorme mole di dati, grazie ai quali il progresso nella ricerca di una cura, di un vaccino, o addirittura la scelta della terapia più adatta ad un paziente sarebbe più semplice e immediato.
L’ambito nel quale si cerca di fare più progresso è quella della diagnostica per immagini. Infatti il software, guidato dall’intelligenza artificiale impara nel tempo a riconoscere quelle caratteristiche che lo mettono in grado di “vedere” i sintomi e gli effetti del Coronavirus. Questo avviene tramite un lungo processo di selezione di immagini e dati, in grado di insegnare l’algoritmo a riconoscere ad esempio una polmonite da Coronavirus. Un aspetto fondamentale prima di tutto per permettere ai medici di agire in tempi più brevi, ma soprattutto che mette i medici meno esposti alla malattia di riconoscere più facilmente i sintomi nella lettura delle immagini.
Il contributo del software è direttamente rivolto ai medici, senza i quali sarebbe inutilizzabile. Si tratta della combinazione delle due intelligenze, quella artificiale e quella umana, a fornire le migliori interpretazioni, lasciando fare alla prima il lavoro pesante nell’analisi di milioni di dati, e alla seconda di interpretare i risultati.