La cosiddetta patrimoniale da inflazione è una imposta che esula le specifiche competenze di gestione finanziaria degli istituti bancari. Si palesa in modo indistinto per ogni cliente che lascia soldi in banca senza prevedere un piano di rendimento a rischio controllato o un investimento con interessi a tasso annuo positivo.
Allo stato attuale la volatilità del mercato e la crisi economica costa un 2% di trattenute sulle somme inerti depositate in conto correnti, libretti ed altri sistemi di accumulo del denaro contante. La moneta perde di valore a causa dell’opprimente inflazione che ogni investitore evita ad ogni costo con opportune manovre. Una di queste è rappresentata, come già detto, da un piano di rendimento a rischio controllato da attuare di concerto al parere di un esperto di finanza e marketing.
Si stima che per il 2020 il tasso generale di perdita causato dall’inflazione sui soldi possa essere di 30 miliardi di euro. La cosa migliore da fare è affidarsi a personale competente che sappia come mantenere alto il valore della moneta.