Il termine precedentemente usato è ben noto tra gli investitori e tra coloro che traffico nel contesto del sistema finanziario. Si tratta di una imposta ed in quanto tale non apporta alcun beneficio al risparmiatore che vede una progressiva diminuzione dei soldi per effetto della rottura degli equilibri interni al mondo delle istituzioni finanziarie. Per il 2020 si prevedono importanti perdite cui fra fronte attraverso opportune strategie che indicheremo più avanti in questo articolo.
Le considerazioni precedenti trovano campo di applicazione nel contesto dei soldi inerti, ovvero quelli non movimentati e depositati senza prevedere un tasso di interesse annuo positivo. Banche e Poste, in genere, offrono una rendicontazione minima positiva del 2% minimo sulle somme depositate. Per denaro non movimentato e senza possibilità di fruttare avviene l’esatto opposto con una inflazione al 2%
che costa comunque tanto in ogni caso. Per farsi un’idea della perdita bastano due conti. Ma prima di arrivare a tanto mettiamo a punto un piano d’azione.Il piano passa per la consulenza di uno specialista che sappia calibrare opportunamente un rendimento a rischio controllato sulle somme. In tal modo il valore della moneta si mantiene inalterato nonostante le fluttuazioni previste o già considerate del sistema. Compito di un investitore di successo. infatti, è quello di limitare le perdite o far fruttare le somme con il preciso intento di liberarsi di una scomoda patrimoniale che non dipende dalle somme ma si applica in maniera indistinta a qualsiasi patrimonio.
Giusto per avere un’idea si calcola che la tassa scomoda costerà quest’anno qualcosa come oltre 30 miliardi di euro, dopo le stime della Autorità Bancaria Europea che ha considerato un monte economico totale di ben 10.000 miliardi di euro.