Secondo i meno cinici saremmo già nelle condizioni ideali per parlare di Fine del Mondo. Il cosiddetto Doomsday, insomma. Reinterpretato a più riprese negli anni è passato per le anticipazioni sul futuro dei Maya e di Ezechiele oltre che per una nuova parafrasi del Corano che parla di Apocalisse per mano della tecnologia. Fantasticherie? Mere ipotesi? Oppure progressivo avvicinamento alla realtà dell’ignoto? Scopriamo insieme come vengono interpretate le scritture dei profeti dell’Apocalisse.
L’antico popolo dei Maya aveva limitato il calendario all’ormai trascorso 21 Dicembre 2012. A partire da questa tutto sarebbe dovuto finire sebbene una successiva interpretazione del calendario Gregoriano aveva spostato tutto allo scorso mese di Luglio 2019. Siamo qui. D’accordo, ma come. La crisi sociale e di valori è tangibile mentre un virus sconosciuto avanza sterminando milioni di persone. Credere o non credere? In un modo o nell’altro siamo ancora qui. Questo è certo.
Più attuale il riscontro avutosi sulla base delle scritture redatte da Ezechiele nel famoso libro della Genesi, dove al ritorno dei pesci rossi nel Mar Morto si era attribuito il segnale divino per l’inizio della catastrofe. Il reporter fotografico Noam Bedein sembrava avesse documentato l’avvenimento oltre ogni ragionevole dubbio. Ma nulla è accaduto e scarne sono le prove documentali a corredo di una tesi che, nonostante tutto, solleva non pochi interrogativi sul futuro.
Credere o non credere nelle profezie dell’Apocalisse? Soltanto l’avvenire potrà dirci di più. Per il momento tutto resta puramente soggettivo.