In tali condizioni incorrere nella cosiddetta patrimoniale da inflazione non è soltanto una opzione. Si tratta di una imposta che le banche non specificano ma che esiste fin dall’alba dei tempi. Si applica al denaro fermo ed incide sensibilmente sul potere di acquisto della moneta. Consci del fatto che ogni investitore che si rispetti ha come scopo quello di mantenere basse le perdite annue, ecco cosa bisogna fare per non andare al collasso finanziario.
Il tasso di inflazione per l’anno in corso è del 2%, il che significa che rispetto al 2019 il valore dei soldi è diminuito. Per qualsiasi cifra depositata e resa inerte si registra una corrispettiva di capitale nella misura percentuale sopra indicata. Potrebbe sembrare poca cosa ma la volatilità del mercato e l’incalzante crisi economica nazionale pesano parecchio man mano che le cifre diventano più importanti. Chi deposita, ad esempio, un capitale di 10.000 Euro perde ben 200 Euro e così di seguito per ogni capitale non movimentato.
Una situazione del genere di deve evitare ad ogni costo prendendo spunto dai consigli forniti da un consulente esperto che possa creare un sistema a rendimento controllato per perdite minime che creino i presupposti per una equilibrata stabilità finanziaria nel tempo. Non affidarti al caso. Anche se non fai fruttare i tuoi soldi almeno evita di perderne senza motivo.