Negli ultimi anni, come evidenziato a più riprese dagli utenti e dalle associazioni di categoria, si sono susseguite numerose rimodulazioni per i prezzi di TIM, Vodafone e WindTre. I cambiamenti tariffari hanno riguardato sia il campo della telefonia fissa che il campo della telefonia mobile.
TIM, Vodafone e WindTre, come sono cambiati i costi nel corso di questi anni
Il 2020, sino a questo momento, è stato di rottura rispetto alle precedenti annate. Tra il 2017 ed il 2019, però, gli incrementi dei costi sono stati ben visibili per gli utenti.
In queste settimane, gli annalisti hanno sottolineato numeri alla mano i costi maggiorati per il pubblico. E’ emerso che tra il 2018 ed il 2019, gli utenti di TIM, Vodafone e WindTre hanno avuto un incremento medio su base annua del 7%. In termini pratici, la cifra percentuale significa un aumento delle tariffe sino a 40 euro rispetto alla media del 2018. Con i calcoli su scala mensile, vi è stato sempre per i suddetti utenti un incremento di l’1,80% ogni trenta giorni.
Leggermente migliore la situazione tra il 2017 e 2018. Nonostante ciò, però, anche in questo arco di tempo si è verificato un aumento dei costi mensili pari all’1.74%.
A lungo, nelle precedenti annate, TIM, Vodafone e WindTre hanno goduto di ampia libertà per le modifiche dei loro listini. Le polemiche del pubblico, in tal senso, non sempre hanno avuto successo.
C’è da considerare però una novità recente delle ultime settimane. Anche per mettere fine alla politica sfrenata delle rimodulazioni, Vodafone ed AGCOM hanno trovato un accordo per lo stop ai rincari nei primi sei mesi di ogni nuova utenza.