Al momento possiamo trovarci in due situazioni diverse:
Nel primo caso potremmo essere contattati dagli operatori TIM, WindTre o Vodafone in relazione ad alcune promozioni speciali o cambio piano. Vale per il telefono fisso o mobile. Il contatto con il truffatore di turno palesa generalmente la cosiddetta truffa del “sì”. A monte della chiamata – sebbene non specificato al momento del contatto diretto – esiste un sistema di registrazione che include tutta la chiamata. All’operatore serve soltanto uno stralcio della conversazione. Preleva la nostra voce dal sistema e la inserisce ad hoc nel contratto verbale. Mai pronunciare le sillabe “Si” e “No”. Sono sufficienti a manifestare indirettamente approvazione verso una tariffa o un nuovo servizio.
Nel secondo caso, invece, i call center esteri di Turchia e Grand Bretagna si sono ingegnati con l’intelligenza artificiale. Un centralino contatta il nostro numero attivando la truffa ghosting
, ovvero la frode del numero fantasma. I prefissi identificano un numero estero che chiude immediatamente la chiamata dopo lo squillo. Questa frode fa leva proprio sulla curiosità dell’utente che vuole saperne di più in merito al motivo della telefonata. Richiamando, in questo caso, un bot digitale registra la nostra chiamata che in pochi secondi si trasforma in una sorta di assenso alle condizioni imposte in background dall’operatore.
Il metodo universale per evitare truffe telefoniche passa per l’uso di semplici applicazioni o webserver in grado di ottenere i log delle chiamate con eventuale ID. In tal caso una semplice ricerca online basta per accertare la presenza del malaffare su contatto in linea fissa.
Per il mobile la situazione si semplifica con le funzionalità indotte da software del calibro di Truecaller. Questa app gratuita include un database pubblico di numeri a rischio che vengono prontamente segnalati sia per chiamate vocali che per SMS. Ultimamente, inoltre, anche Google ha potenziato la propria infrastruttura di controllo attraverso le chiamate verificate per dispositivi Android.
Nel caso in cui si dovesse rispondere per “semaforo verde” da parte delle app occorre stare attenti ad evitare di pronunciare le fatidiche paroline viste in precedenza. Basta poco per ritrovarsi con un cambio offerta o un servizio in abbonamento non volutamente richiesto.