L’ecosistema Diesel è ben collaudato. La gestione della manutenzione ordinaria è generalmente poco onerosa così come il costo generico che si ottiene la dettaglio per nuove e vecchie auto usate. Diversa, invece, la situazione con le EV che per la presenza delle batterie impongono costi extra sia per manutenzione che per eventuale sostituzione. Non si può negare che il listino di una vettura elettrica sia superiore rispetto a qualsiasi altra concorrente endotermica o ibrida.
Tolto questo si passa ad una valutazione pratica che tiene conto della versatilità e della facilità con cui si amministra la vettura. Sulla base di questo approccio teniamo quindi conto del rifornimento. Un argomento che porta con sé ulteriori discorsi. Il primo è quello della semplicità della ricarica, al momento osteggiata dalla burocrazia che impone carenza di colonnine elettriche. Mancano le prese in autostrada e laddove esistono in forma di ricarica rapida diventano costose sebbene riducano i tempi. Con il Diesel siamo pronti a ripartire dietro al volante nel giro di pochi minuti ad un prezzo medio equo per ogni esigenza. Con le elettriche non è così con tempi e costi che aumentano per le ricariche a casa e che non garantiscono un ampio range chilometrico con pieno di elettroni. La media di 300 Km di autonomia non consente di effettuare lunghi viaggi
. Ogni ricarica deve essere programmata e ponderata.Chiude questa rassegna il fattore emissioni zero che molti si aspettavano di riscontrare nell’uso delle auto a batteria. Non è così dopo esserci portati a conoscenza delle analisi del CES-IFO di Monaco di Baviera. Nel raffronto diretto tra Tesla Model 3 e Mercedes Classe C il dato sulla CO2 è stato inficiato da un sistema di produzione antiquato in cui prevalgono le componenti dannose per l’ambiente. La conversione green è lontana dalla perfezione per un altro a sfavore che consegna la vittoria al caro vecchio motore Diesel.