Un anno iniziato all’insegna di eventi eccezionali e temibili, con le tensioni politiche fra governo statunitense e iraniano, gli incendi che hanno interessato l’Australia, e un nuovo virus, denominato Sars-CoV-2, che ha procurato un’epidemia divenuta nel giro di pochi mesi una vera e propria pandemia.
Di spunti ce ne sarebbero a decine, durante quest’anno, per concepire teorie sulla fine del mondo e riuscire a intravedere nella situazione corrente dei segnali che possano essere interpretati come vaticini per l’apocalisse.
Non ultimi, i Maya sono tornati alla ribalta con una nuova rilettura della profezia del 2012, secondo la quale la reale data della fine del mondo per come noi lo conosciamo sarebbe dovuta essere il 21 giugno – indovinate di che anno? Proprio del 2020.
Ma cosa spinge ancora gli uomini ad affidarsi a queste mistificazioni e a credere alla concreta possibilità che il mondo possa finire? Basta una “sfortunata serie di eventi” a convincere che si ci si trovi davanti all’innesco di un’inesorabile fine per la razza umana?
Nel corso dei secoli, l’uomo ha sempre cercato di decifrare i messaggi provenienti dal mondo circostante. Laddove non aveva i mezzi e le tecnologie indispensabili ad interpretare questi segnali nella maniera corretta, tendenzialmente ideava delle teorie che potessero avere una qualche plausibilità – sia che si tratti di storytelling,
come nel caso dei miti o dei testi sacri, sia che si faccia riferimento a fenomeni naturali da cui si traevano conclusioni empiriche – pur di riuscire a spiegare tutto ciò che era fuori dalla propria comprensione.Ancora oggi, di fronte ad una serie di segnali (magari relativi ad eventi non strettamente correlati fra loro) che sembrano portare verso un’unica interpretazione, si tende più a credere ad un’eventuale significato superiore, come può essere la prospettiva della fine del mondo, piuttosto che analizzare il significato intrinseco degli eventi stessi e trovarne una spiegazione nell’ambito delle complesse dinamiche che riguardano la storia, la medicina, l’ecologia.
Da qui la grande fortuna e il seguito ottenuto anche dalle teorie più strampalate: il sonno della ragione non solo genera mostri, ma rischia di assopire le menti di molti uomini.