Senza alcun dubbio, quando si parla di tasse invise agli italiani, non si possono non annoverare il Canone Rai ed il Bollo Auto.
Nel primo caso, l’avversione nei confronti dell’imposta spesso deriva dalla percezione che il servizio erogato non sia pari alla cifra investita da ogni famiglia per poterlo avere. Nel secondo, invece, la tassa risulta piuttosto indigesta perché in molti altri Paesi europei il Bollo non esiste, e appare un surplus rispetto ai già onerosi costi di acquisto, assicurazione e manutenzione ordinaria dell’auto.
Di fatto, proprio per via di questo comune sentimento, da diversi anni si parla di abolire entrambe le tasse. I vari Governi hanno tenuto conto di questa richiesta, ma non si sono mai mossi concretamente se non lanciandola come proposta in qualche dibattito.
L’unico momento in cui qualcosa è parso smuoversi è stato un paio d’anni fa, quando dopo l’insediamento del cosiddetto “Conte 1” Luigi Di Maio, allora Vice Premier e Ministro del MiSE, andò a depositare la proposta in Parlamento, confidando in una successiva discussione della stessa nelle Camere.
Discussione che non è mai avvenuta, e men che meno avverrà ora, come confermato in queste settimane dai portavoce del Governo.
Canone RAI e Bollo Auto, la notizia che non volevamo ricevere sull’abolizione
La precaria situazione economica del nostro Paese, al momento, non consente più di prendere in considerazione un simile provvedimento. In termini puramente monetari, il pagamento del Canone (divenuto parte integrante della bolletta dell’energia elettrica durante il governo Renzi) assicura ogni anno allo Stato una somma pari ad 1 miliardo di euro.
Anche il Bollo Auto garantisce, stavolta alle Regioni – dal momento che si tratta di una tassa di pertinenza regionale – circa 6 miliardi di euro all’anno, che se non fossero presenti dovrebbero essere integrati in qualche modo dalle casse dello Stato per permettere alle attività regionali di funzionare regolarmente.
Per ora, quindi, una simile riforma risulta del tutto impensabile. Potremmo tornare a parlarne fra diversi anni, quando l’incubo Coronavirus sarà ormai un ricordo e la situazione economica e finanziaria italiana si sarà stabilizzata.