Il tema delle tasse è decisamente attuale in un periodo in cui il Fisco non può più permettersi errori. Con un PIL prospettato in contrazione dal 4 al 9% su base annua le autorità di controllo hanno votato a favore di una misura più astringente nei confronti dei contribuenti.
Dopo la chiusura delle cartelle Equitalia ed uno stop indiscriminato per pignoramenti su stipendi e pensioni tornano le regole. Si definisce il cosiddetto prelievo coatto il cui scopo è quello di intercettare i soldi necessari per coprire eventuali posizioni debitorie contestate al contribuente. Si agirà per via diretta con la complicità delle banche e delle indiscusse autorità tributarie. Ecco cosa succede.
Fisco prende i soldi dalle banche: se non paghi scatta il pignoramento
Semplicemente una nuova forma di pignoramento prevista dal Fisco Italiano alla vigilia della riapertura dei conti dopo la momentanea pace fiscale. Il contribuente italiano che non onora i suoi debiti e che rischia di scadere nell’evasione fiscale è soggetto a rigidi controlli.
Una notifica valida 60 giorni viene inviata quale intimato ALT a procedere spontaneamente alla chiusura dei conti contestati nelle ipotesi di scarsa liquidità o sospetta bancarotta. Decorso il termine ultimo non c’è possibilità di appellarsi ad un Giudice per presentare eventuale ricorso.
Gli organi del Fisco vigilano quindi sullo stato dei conti correnti e di ulteriori ed eventuali pendenze economiche positive correlate al contribuente segnalato. Nell’ipotesi in cui si riveli un ammontare sufficiente a ricoprire le posizioni contestate si procede come da programma con il prelievo diretto alle banche senza il consenso del diretto interessato che, trascorso il termine limite, non ha facoltà di respingere la richiesta.