Se si dovesse stilare una classifica delle tasse che risultano più invise agli italiani, non si potrebbero non nominare tra le prime posizioni il canone Rai e il bollo auto.
Non a caso, queste due tasse sono risultate al centro del dibattito pubblico per diversi anni, e molti esponenti, politici e non, ne hanno richiesto a gran voce l’abolizione.
A dare concretezza per la prima volta a tale richiesta ci ho pensato ormai due anni fa l’ex vicepremier Luigi di Maio, con una proposta depositata in Parlamento e destinata ad una successiva discussione nelle Camere.
Il piano prevedeva di impiegare la maggiore disponibilità economica derivante da una diminuzione dello spread per abolire completamente queste due imposte così detestate.
Canone Rai e Bollo auto: che fine hanno fatto le proposte di abolizione
Ma perché queste tasse risultano particolarmente indigeste agli italiani? Nel caso del canone Rai, l’imposta nel tempo si è trasformata in una tassa sul possesso della televisione più che sul suo effettivo utilizzo (precisamente da quando con il governo Renzi il suo pagamento è stato incluso nella bolletta della luce, per diminuirne il tasso di evasione).
Il bollo auto invece risulta detestato dagli italiani perché, oltre a non esistere in diversi altri Paesi europei, corrisponde ad un ulteriore esborso di denaro a fronte dei già onerosi costi di acquisto, gestione, mantenimento e assicurazione cui si va incontro quando si compra o si possiede un’automobile.
Ma non sarà questo il periodo in cui le due tasse saranno ridimensionate o abolite. La situazione economica non consentirebbe allo Stato di privarsi degli oltre 7 miliardi che arrivano tra Canone Rai e Bollo Auto (di cui 6 vanno direttamente alle Regioni).
Bisognerà attendere ancora a lungo, prima che la proposta venga nuovamente ripresa, come confermato nelle scorse settimane dagli esponenti del Governo.