Recentemente è avvenuta una speciale esercitazione nel poligono di Yuma, in Arizona. Durante questa, un F-35B del Corpo dei Marines è stato connesso al network di comunicazione del campo di battaglia. Ciò ha consentito al velivolo di ricevere i dati di individuazione degli obiettivi (targeting) dai satelliti e di inviarli alle truppe a terra. Il programma svolto servirà per i combattimenti degli anni 2030 e oltre.
Nello specifico l’U.S. Army ha in piano tre fasi chiave delle Mdo: la penetrazione e neutralizzazione dei sistemi nemici a lungo raggio e l’ingaggio delle forze di manovra nemiche da distanze strategiche, la neutralizzazione dei sistemi A2/Ad del nemico cancellando gli assetti a lungo e corto raggio, e infine servirsi della libertà di manovra per sconfiggere le forze avversarie.
F-35: l’obbiettivo del velivolo per il futuro
Per la prima volta nella storia gli operatori sono stati in grado di utilizzare il network di comunicazione avanzato per fornire a un pilota di F-35 i dati di un bersaglio derivanti da immagini satellitari processate facendo uso dell’intelligenza artificiale.
Il velivolo F-35 permette dunque di gestire lo scenario di combattimento dando al pilota una situational awareness (consapevolezza della situazione).
L’esercito è inoltre riuscito ad utilizzare il caccia come una piattaforma sensoristica volante che ha passato i dati di targeting ad altri assetti sul campo. Dopo tante esercitazioni l’F-35 è stato integrato nel campo di battaglia pur considerando le difficoltà di comunicazione con i diversi assetti. Per esempio, l’Usaf (United States Air Force) sta testando un sistema radio di interconnessione dati tra F-35 ed F-22 che verrà probabilmente concluso entro la fine dell’anno.