tiktok Continuano a scontrarsi TikTok e gli Stati Uniti d’America; per la compagnia cinese è una corsa contro il tempo per cercare di evitare il ban tanto voluto dal presidente americano Donald Trump. La storia inizia con la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina; lo scontro ha portato il pretendente americano a accusare l’applicazione di spiare i cittadini americani.

Così ad agosto arriva l’ordine esecutivo del presidente; entro 90 giorni TikTok avrebbe dovuto vendere una parte della società ad un’azienda americana, pena il ban dagli USA. La compagnia si sta prodigando per cercare di evitare il blocco delle attività; per riuscirci ha presentato un documento in cui si puntualizzano tutte le inesattezze raccontate sull’applicazione.

TikTok: le smentita della compagnia cinese

 

Il primo punto sottolineato nella lettera rimarca la differenza tra TikTok e la sua controparte cinese Douyin. Le due applicazioni condividono si alcuni algoritmi ma codice sorgente e dati degli utenti sono gestiti in modo separato. Smentita anche la voce secondo cui l’applicazione utilizzasse i server di Alibaba, con sede a Singapore e quelli di China Unicom Americas per l’immagazzinamento dei dati degli utenti americani.

La ByteDance, compagnia controllante del Social Network, specifica come la CUA affitti solo i locali per i server che invece sono di proprietà della compagnia e protetti all’interno di una gabbia. Insomma l’attacco a TikTok sembrerebbe proprio una manovra pretestuosa della casa bianca; l’obiettivo sarebbe impedire la diffusione di una una compagnia che, oltre che essere di una nazione direttamente concorrente, sta creando non pochi problemi alle grande compagnie come Facebook e Microsoft.

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