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Nel 1986 una grande esplosione nella località di Chernobyl causò una dispersione esagerata di sostanze radioattive nell’ambiente. Dopo 34 anni circa, per risanare la strage che ha portato innumerevoli problemi in Ucraina e nel mondo, il professor Jim Smith della University of Portsmout, ha deciso di lanciare una speciale produzione. Trattasi di una vodka non radioattiva estratta dai cereali raccolti nella zona colpita. “Penso che sia la bottiglia di liquore più importante al mondo, perché potrà aiutare la ripresa economica delle comunità che vivono all’interno e intorno alle aree abbandonate” ha dichiarato l’uomo.
Il nome della nuova produzione prende il nome di ‘Atomik’ ed ha come unico elemento radioattivo il carbonio 14. Nonché un isotopo naturalmente presente sulla terra in quantità analoghe a quelle rintracciabili in qualsiasi altra bevanda fortemente alcolica.
Ciò è stato possibile grazie al processo di distillazione
il quale riduce le impurità presenti nei cereali. L’acqua utilizzata per diluire l’alcol distillato, spiegano gli scienziati, è quella minerale proveniente dalla falda della città di Chernobyl, a 10 chilometri dal reattore. Essa è a sua volta libera da contaminazioni e dotata di una chimica simile a quella della regione francese della Champagne.“Migliaia di persone vivono ancora nella zona di ricollocamento obbligatorio, dove i nuovi investimenti e l’utilizzo dei terreni agricoli rimangono proibiti”, dichiara il professor Smith. “Ma ci sono altre aree dove la gente vive e in cui l’agricoltura è ancora vietata. Dopo 33 anni molte aree abbandonate potrebbero essere utilizzate per le culture in modo sicuro e senza che sia necessaria la distillazione”.
Per quanto riguarda Atomik, l’idea è quella di creare un’impresa sociale dal nome di The Chernobyl Spirit Company, che possa restituire alle comunità locali il 75% degli utili sottratti dalla strage di Chernobyl.