Un errore che l’investitore ed il risparmiatore meno esperto commette è quello di considerare il patrimonio inerte come una sorta di certezza assoluta contro le tasse e gli effetti di un mercato in perenne recessione. Con uno scostamento del 2% su base annua la patrimoniale da inflazione
introduce un’imposta non notificata dagli istituti ma da sempre presente per tutti gli utenti del circuito di risparmio.L’odiosa imposizione fiscale si deve alla volatilità di un mercato in crisi che all’epoca del Covid ha raggiunto l’apice dell’insuccesso economico. Finanziatori e risparmiatori esperti conoscono da tempo questa clausola e la derivano con una strategia ben precisa che passa per l’applicabilità di un interesse positivo minimo che pareggia il bilancio o consegue un guadagno. I soldi fermi in banca, infatti, non fruttano ed anzi possono consumarsi sotto la stretta di questa tassa occulta.
Ciò che possiamo fare è mettere a punto un piano strategico di riequilibrio della moneta da concordare con un consulente esperto che sappia rendicontare e calibrare un investimento con rendimento a rischio controllato. Grazie a questo artifizio, infatti, si riducono le perdite mantenendo sempre alto il valore della moneta anche in luogo di importanti fluttuazioni di mercato.