Il 2020 è senza dubbi uno degli anni più critici per Google. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sta indagando sulle pratiche commerciali dell’azienda da più di un anno. Di recente, con l’aiuto di undici avvocati ha iniziato una causa antitrust accusando la società di volere il monopolio per abbattere completamente la concorrenza.
Questa causa ormai storica è la più grande sfida anche a livello legale da parte del governo contro un gigante della tecnologia come Google. I documenti accusatori, per un totale di almeno 64 pagine, affermano che le azioni dell’azienda danneggiano concorrenza e consumatori. In particolare, il Dipartimento di Giustizia contesta il modo in cui Google mette i propri prodotti in primo piano. Ad esempio, Google Search è in primo piano sui dispositivi mobile con accordi che impediscono la preinstallazione di altri servizi.
Google presa di mira ancora una volta dagli enti governativi: l’azienda non lascia spazio alla concorrenza
Una delle poche aziende che riesce a tener testa a Google, almeno per quanto concerne il motore di ricerca, è Apple. Sui dispositivi iOS, infatti, è Safari la prima scelta (l’azienda è a sua volta accusata di monopolizzare la scelta del browser per le stesse ragioni). Tuttavia, nonostante quest’importante presa di posizione, recentemente è emerso che le due aziende stanno stilando un accordo che potrebbe portare alla rivalsa di Google Search anche su Safari. Per il Dipartimento di Giustizia è impensabile che una singola azienda riesca in un certo senso a gestire – anche indirettamente – la concorrenza.
L’azienda ha pubblicato un post sul blog ribadendo che può capitare a qualsiasi azienda di fare scelte sbagliate, sottolineando che i consumatori possono sempre scegliere di installare e utilizzare prodotti della concorrenza se lo desiderano, indipendentemente dagli accordi esistenti. Google sottolinea inoltre che non è l’unica azienda a pagare per un trattamento preferenziale; Yahoo! e Bing di Microsoft si impegnano nel stilare spesso accordi simili. Dozzine di altri Stati negli USA stanno indagando sul presunto comportamento anticoncorrenziale di Google. In caso di successo, ciò potrebbe avere conseguenze di vasta portata.