Il cervello raggiunge il suo potenziale all’età di 35 anni, dopodiché inizia un processo di invecchiamento che può essere contrastato da una buona camminata a passo sostenuto. Ad affermare ciò vi è (la scienza) l’università Ludwing Maximilian di Monaco, in Germania, la quale ha osservato per anni delle partite di scacchi e ben oltre 1,6 milioni di mosse.
Gli studiosi hanno scelto ciò in quanto l’osservazione di una partita di scacchi risultava essere il mezzo più utile per sperimentare una teoria di tale genere. Gli scienziati, hanno così messo a confronto le giocate effettuate dai reali protagonisti delle partite con un computer capace di effettuare la mossa migliore.
Il risultato? Gli utenti con un’età compresa tra i 20 e i 35 hanno compiuto mosse più “intelligenti” rispetto alle persone aventi come età dai 45 in poi.
D’altronde, dicono gli esperti, negli ultimi tre decenni l’impennata delle prestazioni è aumentata notevolmente rispetto agli anni precedenti. Si nota infatti che nel 1890 era molto più difficile per le persone giocare a scacchi. Ciò è stato possibile grazie ai videogiochi sbarcati sui PC e accessibili a tutti.
Una delle curiosità più sconvolgenti che vede protagonista il cervello e il suo ringiovanimento è senza dubbio la camminata a passo sostenuto. Al contrario, il nostro più grande nemico è la sedentarietà e la camminata lenta. Sembrerebbe infatti che i podisti più lenti siano soggetti a riduzione del volume cerebrale e dello spessore corticale, una minore superficie del cervello, alterazioni della sostanza bianca tipiche del declino cognitivo, lesioni associate alla malattia dei vasi cerebrali.
Per questo vi consigliamo vivamente di mantenere il vostro ritmo di vita sempre attivo e un umore alto per affrontare al meglio le giornate frenetiche.