L’uso delle mascherine e il rispetto del distanziamento fisico non sono regole casuali imposte dal Governo per puro divertimento. Se rispettati, questi due criteri abbassano di mille volte la carica virale del Coronavirus. A confermarlo vi è uno studio dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), pubblicato su Clinical Microbiology and Infection. “A maggio avevano in media sintomi di Covid-19 meno gravi e una minore probabilità di complicazioni; si è ridotta in parallelo la percentuale di malati che hanno avuto bisogno di un ricovero in terapia intensiva“, spiegano le coordinatrici dello studio Dora Buonfrate e Chiara Piubelli.
I malati giunti in ospedale a maggio (in un periodo di bassa esposizione al contagio) avevano meno Sars-CoV-2 in circolo nell’organismo, rispetto ai pazienti ricoverati a marzo. “Si tratta di un evento ampiamente discusso durante il lockdown e nel successivo periodo di controllo della malattia, che ha portato alcuni studiosi ad ipotizzare mutazioni del virus comportanti una sua minore aggressività, cosa che non ha trovato successivamente evidenze scientifiche”, spiega Antonio Cassone, membro dell’American Academy of Microbiology.
“Questo studio confermerebbe l’esistenza di una correlazione fra carica virale, patogenicità e gravità della malattia. Tuttavia, non sono il solo distanziamento sociale e l’uso della mascherina a giocare un ruolo ma anche altri fattori, come gli stessi autori dello studio sostengono, in particolare l’isolamento degli infetti e la quarantena dei contatti, di ovvia rilevanza nel ridurre la trasmissione ed il contagio”
Per ridurre al meglio il contagio da Coronavirus, dunque, oltre all’uso della mascherina, al distanziamento sociale e all’igiene delle mani, è di vitale importanza l’isolamento da parte di chi ha contratto il virus.