Netflix ha appena introdotto un’interessante novità per la qualità dei video dei contenuti che propone sulla sua nota piattaforma di streaming, la quale riguarda in particolare i contenuti a risoluzione 4K.
Più precisamente il colosso ha mostrato come riesce a fare quello che sembrerebbe impossibile: aumentare la qualità dei video restringendo il bitrate richiesto, ovvero la banda internet necessaria per accedere a quella tipologia di contenuto. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Netflix aumenta la qualità diminuendo il bitrate
Il primo concetto alla base di questo processo di ottimizzazione è l’encoding del contenuto video frame dopo frame: questo permette un encoding molto più specifico e permette un impacchettamento dei dati, quelli necessari a mostrare sul video il contenuto, meno esoso e dunque più semplice da “trasportare” in rete.
Il secondo concetto alla base dell’ottimizzazione presentata da Netflix troviamo la dinamica ottimizzazione del bitrate associato al video: questo non viene più gestito a step predefiniti, che in precedenza corrispondevano ai valori di 8, 10, 12 e 16 Mbit/s, ma in base alla tipologia di flusso video. Ad esempio, nel caso di un video non particolarmente dinamico il bitrate richiesto sarà più basso a parità di risoluzione rispetto a un contenuto molto dinamico.
L’ottimizzazione presentata da Netflix si traduce dunque in una maggiore qualità video con un bitrate spesso minore rispetto alle tecniche usate in precedenza: per qualità video intendiamo quello che soggettivamente il nostro occhio percepisce osservando il contenuto. Come ogni mese vi ricordo che la piattaforma propone tantissimi nuovi contenuti, per scoprirli tutti non vi resta che dare un’occhiata al sito ufficiale.