Le cartelle esattoriali sono tornate a infestare i pensieri dei cittadini; dopo un relativo periodo di calma dovuto alle misure assunte per fronteggiare la pandemia, l’amministrazione fiscale nazionale ha ripreso a pieno le sue funzioni. A partire da qualche settimana, dunque, le cartelle hanno visto riprendere il loro processo di invio e ricezione come nella norma. Cosa succede se non si paga? Ecco gli ultimi aggiornamenti.
Cartelle esattoriali: nuovi metodi di riscossione
Stando alle nuove direttive emanata da poco più di qualche giorno, a causa del Covid19 è stato varato che si diventa inadempienti dopo il salto di dieci rate.
Per quanto concerne i metodi di riscossione, invece, sembra rimanere invariato il prelievo forzoso a seguito dell’atto di notifica. Precisando che tale metodologia viene adoperata solo in casi specifici e quando sussistono delle condizioni ben determinate, per poter essere applicata essa deve rispettare un iter definito:
- al cittadino debitore deve essere recapitato un atto di notifica; l’atto di notifica svolge il compito di avvisare che delle cartelle esattoriali non sono state pagate e che, quindi, a partire da 60 giorni dalla ricezione sarà necessario agire in autonomia;
- attendere che i 60 giorni passino e verificare se il cittadino abbia deciso di onorare il debito attraverso le due modalità previste ossia:
- pagamento in un’unica rata;
- rateizzazione dell’importo ove possibile.
- agire attraverso il prelievo forzoso di una quota del debito in caso contrario.
Ricordiamo che in questo caso, il Fisco può agire in tal modo visto che è legittimato dai poteri dell’Agenzia delle Entrate; occorre precisare, infine, che non sarà necessaria alcuna delibera giudiziale.