Il nuovo DPCM, che lo vogliate o no, è arrivato da poche ore alle orecchie di tutti causando innumerevoli dissapori. Le persone in tutta Italia sono scese in piazza per manifestare a favore dei loro diritti e non solo. Queste sono le regole e questi i divieti fissati dal nuovo Dpcm del governo per limitare i contagi da Covid-19 nel settore del commercio.
Innanzitutto i ristoranti, i bar, i pub, le gelaterie e le pasticcerie possono rimanere aperti «dalle ore 5 alle 18. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi». Dopo le 18 «è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico ma resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati».
Resta «sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio, nonché fino alle ore 24 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze». Continuano, poi, a essere consentite le attività delle mense e del catering» e persistono «aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situate lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti».
Anche palestre, piscine, Spa, sale giochi, cinema e teatri subiscono il colpo in quanto “sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per quelli con presidio sanitario obbligatorio o che effettuino l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza”.
La chiusura decisa dal nuovo Dpcm riguarda anche “centri culturali, centri sociali e centri ricreativi” e i parchi tematici e di divertimento. Per quanto riguarda invece la didattica, aumenterà del 75% quella a distanza negli istituti superiori.
Non si salvano nemmeno i raduni per le feste. Conte spiega: “Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose”.