Dopo l’importante rimodulazione del ruolo del denaro contante parecchie persone hanno deciso di tenere i propri risparmi in Unicredit, Sanpaolo, BNL ed altre realtà di credito locali. Tutto senza sapere che la patrimoniale da inflazione può logorare il credito personale. La valutazione di EBA (European Bank Authority) per il capitale complessivo da 10.000 miliardi di euro stima una perdita annuale di oltre 30 milioni di euro. Ce li metteremo di tasca nostra se non facciamo quanto segue.
Il tasso di inflazione per l’anno in corso è del 2%, il che significa che per qualsiasi somma inerte andremo a rimetterci come minimo il capitale dettato dal nuovo valore percentuale negativo. Ogni investitore che si rispetti ha come regola quella di mantenere sempre altor il valore del denaro. Le perdite si devono ammortizzare bypassando la crisi economica e la volatilità del mercato che causa il depennamento automatico dei beni mobili senza interesse.
Serve quindi concordare un piano di rientro dei capitali con un investimento a tasso positivo che assuma rischio controllato. Tutto deve essere concepito con la complicità di un esperto di finanza affinché di ottenga come minimo il 2% positivo che controbilanci le eventuali perdite stimate. Solo così possiamo effettivamente constatare una reale convenienza nel mantenere i nostri soldi in banca. In caso contrario aspettiamoci meno denaro.