C’è stato un periodo di calma abbastanza lungo per quanto riguarda le cartelle esattoriali, tuttavia ora sembra che siano ritornare a dar fastidio a molti cittadini. Dopo un periodo di transizione, dovuto alle misure assunte per far fronte alla pandemia da Coronavirus, l’amministrazione fiscale nazionale sembra aver ripreso a pieno le sue normali funzioni. Dunque, a partire da qualche giorno, le cartelle hanno ripreso il loro processo di invio e ricezione normalmente. Molti si stanno chiedendo cosa accade nel momento in cui queste non vengono pagate, adiamolo a scoprire di seguito
Cartelle esattoriali: ecco quali sono i nuovi metodi di riscossione
Per quanto riguarda i metodi di riscossione, sembra che rimanga invariato il prelievo forzoso a seguito dell’atto di notifica. C’è da precisare una cosa: tale metodologia viene adoperata solo in casi specifici e in condizioni ben determinate. Dunque, per poter essere applicate, devono rispettare questo iter ben definito:
- al cittadino debitore deve essere recapitato un atto di notifica; l’atto di notifica svolge il compito di avvisare che delle cartelle esattoriali non sono state pagate e che, quindi, a partire da 60 giorni dalla ricezione sarà necessario agire in autonomia;
- attendere che i 60 giorni passino e verificare se il cittadino abbia deciso di onorare il debito attraverso le due modalità previste ossia:
- pagamento in un’unica rata;
- rateizzazione dell’importo ove possibile.
- agire attraverso il prelievo forzoso di una quota del debito in caso contrario.
Teniamo ben presente un particolare: il Fisco può agire in tal senso tramite la legittimazione dell’Agenzia delle Entrate, la quale ha pieni poteri. Inoltre, per loro, non occorre nessuna delibera giudiziale per agire.