La lotta alla diffusione del coronavirus potrebbe aver trovato un’arma in più; parliamo del grafene, un materiale che continua a stupire per le sue mille proprietà. Si inizia a parlare di grafene nel 2004; due ricercatori russi emigrati in Inghilterra decidono di estrarre dalla normale grafite uno strato quanto più possibile sottile. Andrej Gejm e Kostantin Novoselov, questi i nomi dei due scienziati, riescono a ricavare uno strato composto da un singola linea di atomi di grafene.
Con il processo di ricerca si sono poi scoperte le tantissime proprietà di questo incredibile materiale. Il grafene infatti, oltre a possedere un’incredibile resistenza, proprietà conduttive sia per calore che per elettricità, impermeabili, e anche lubrificanti. Un recente studio condotto presso l’Universa Cattolica di Roma ha confermato anche le proprietà antivirali del grafene, proprietà che potrebbero essere sfruttate nella lotta al coronavirus.
Coronavirus: una nuova arma, il grafene
Sfruttando questa proprietà antivirale del grafene un’azienda svizzera, la Technow, esperta nella produzione tessile ha pensato di esplorare questo nuovo orizzonte. Il risultato è un tessuto in cui il grafene si applica direttamente durante la produzione del filo. In questo modo il tessuto che se ne ricava, può essere un ottimo strumento per la lotta al coronavirus.
Inoltre il grafene può essere applicato a tutti i principali tipi di tessuti, dal cotone alla lana fino al nylon. Grazie alle sue caratteristiche antivirali si potrebbe dunque avviare la produzione di mascherine che non facciano depositare il virus evitando di dover ricorrere a processi chimici per renderle antibatteriche.